George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair (Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950), è stato un giornalista, saggista, scrittore e attivista britannico.
Conosciuto come opinionista politico e culturale, ma anche noto romanziere, Orwell è uno dei saggisti di lingua inglese più diffusamente apprezzati del XX secolo. La sua grande fama è dovuta a due romanzi scritti verso la fine della sua vita, negli anni quaranta: l’allegoria politica de La fattoria degli animali e 1984, che descrive una così vivida distopia totalitaria da aver dato luogo alla nascita dell’aggettivo «orwelliano», oggi ampiamente usato per descrivere meccanismi totalitari di controllo del pensiero.
Orwell condusse sempre la sua attività letteraria in parallelo con quella di giornalista e attivista politico. Polemista lucido e anticonformista, Orwell non risparmiò critiche neanche all’intellighenzia socialista inglese, alla quale si sentiva profondamente estraneo.[1] Era e rimase sempre d’ispirazione politica di sinistra ma la presa di coscienza, anche in seguito a tragiche esperienze personali, delle contraddizioni e degli errori dello stalinismo realizzato in Unione Sovietica sotto Stalin, lo portò a essere antisovietico e antistalinista, scontrandosi così con una consistente parte di sinistra europea.
Nel 1946 Orwell scrisse:[2]
« Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico, per come lo vedo io. » |
(Perché scrivo) |
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
« Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto. » |
(1984) |
George Orwell nacque a Motihari, Bihar, in India, il 25 giugno 1903 da una famiglia di origini scozzesi, appartenente alla “borghesia alto-bassa” (“lower-upper-middle class“).[3] Il padre, anglo-indiano, è funzionario dell’amministrazione britannica in India, dove la famiglia si destreggia a conciliare l’effettiva scarsità di mezzi con la salvaguardia delle apparenze. Orwell si trasferisce in Inghilterra con la madre e le due sorelle nel 1907, a Henley-on-Thames, in Sussex, dove si iscrive al college St. Cyprian di Eastbourne. Orwell era ateo, come riportato, in occasione del 60° anniversario della morte, nell’articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa, pagina Cultura, in data 23/02/2010. Ne esce con una borsa di studio e un forte complesso d’inferiorità, dovuto alle umiliazioni e allo snobismo subiti negli anni da parte dei compagni di studio e della società inglese (come narrerà nel suo saggio autobiografico Such, Such were the Joys del 1947). Nel 1917 viene ammesso all’Eton College, che frequenta per quattro anni, e dove ha per insegnante Aldous Huxley (altro grande esponente della letteratura distopica), alle cui opere si ispirerà per 1984, il suo romanzo più celebre. In questo stesso periodo stringe amicizia con Cyril Connolly, futuro critico letterario. Nel 1922 lascia gli studi per seguire le orme paterne e, tornato in India, si arruola nella Polizia Imperiale in Birmania (Burma). Il 22 novembre dello stesso anno arriva a Mandalay.
L’esperienza si rivela traumatica e il giovane Eric, diviso fra il crescente disgusto per l’arroganza imperialista e la funzione repressiva che il suo ruolo gli impone, il 1º gennaio 1928 si dimette. Questa vicenda biografica ispirerà, oltre ad alcuni memorabili saggi, il romanzo Giorni in Birmania, pubblicato nel 1934. Nello stesso anno 1928 parte per Parigi, dove spera di osservare con i propri occhi i bassifondi delle grandi metropoli europee. In questo periodo inizia a scrivere e lavora come sguattero in alcuni ristoranti. Sopravvive solo grazie alla carità dell’Esercito della Salvezza e sobbarcandosi lavori umilissimi. Un’esperienza che proseguirà anche in patria ispirando il suo romanzo d’esordio Senza un soldo a Parigi e Londra, pubblicato nel 1933 con lo pseudonimo di George Orwell.
Pubblica il suo primo celebre articolo su Le Monde[4] nel 1928. L’anno successivo si trasferisce a Southwold, nel Suffolk, lavorando da recensore per l’Adelphy e il New Statesman and Nation. Nell’aprile 1932 si trasferisce nel Middlesex, e inizia un lavoro da insegnante come maestro elementare per varie scuole private, che è costretto ad abbandonare per problemi di salute. Nel marzo dell’anno successivo pubblica La figlia del reverendo (1933) e accetta poi un lavoro part-time in una libreria e come critico di romanzi per il New English Weekly. Su commissione del Left Book Club, un’associazione culturale filosocialista, svolge un’indagine nelle zone più colpite dalla depressione economica che lo porterà, nei primi mesi del 1936, tra i minatori di carbone dell’Inghilterra settentrionale.
Le loro misere condizioni saranno descritte in La strada di Wigan Pier, pubblicato nel 1937. Nello stesso periodo si reca nel Lancashire e nello Yorkshire e successivamente a Wallington, nello Hertforshire, dove pubblica il romanzo Fiorirà l’aspidistra, ispirato alla sua vita di miserie di quegli anni, in cui sono narrate le vicende sentimentali di un aspirante scrittore, impegnato in una velleitaria battaglia contro i codici della vita borghese. A Wallington affitta in Kits Lane una casa nella quale una stanza è adibita a negozio, tanto che viene chiamata The Stores; nel negozio Eric e la sua compagna vendono uova fresche del loro pollaio, bacon, latte delle loro capre e strisce di liquirizia.
Il 9 giugno 1936 sposa nella chiesa anglicana di Wallington (nonostante entrambi si dichiarassero agnostici) Eileen O’Shaughnessy, sua compagna da un anno. A Wallington si trova la “Bury Farm”, la fattoria che, secondo molti, ispirò ad Orwell l’ambientazione de La fattoria degli animali. Scoppiata la guerra civile spagnola, lo scrittore vi prende parte combattendo per il Partito Operaio di Unificazione Marxista (POUM, Partito Obrero de Unificacion Marxista, d’ispirazione trotzkista), contro il dittatore Francisco Franco, ed è inviato sul fronte aragonese al fianco della 29a Divisione Repubblicana. Il 20 maggio 1937 viene ferito gravemente alla gola da un cecchino franchista e nove giorni dopo rientra a Barcellona. Il clima politico è cambiato: con il prevalere della linea del Fronte Popolare e del PCE (stalinista) nel governo repubblicano il POUM e gli anarchici sono dichiarati fuorilegge. Nel giugno dello stesso anno Orwell e sua moglie lasciano la Spagna quasi clandestinamente.
Di ritorno in Inghilterra scrive Omaggio alla Catalogna (1938), un diario-reportage contro gli stalinisti spagnoli (i quali agivano sotto lo stretto controllo dei “consiglieri” sovietici), accusati di aver tradito lealisti ed anarchici in Spagna. In settembre parte per il Marocco e, l’anno successivo, tornato in patria, scrive Una boccata d’aria (1939). Durante la seconda guerra mondiale viene respinto dall’esercito britannico come inabile e si arruola, nel 1940, nelle milizie territoriali della Home Guard, con il grado di sergente. In marzo Gollancz gli pubblica la raccolta di saggi Dentro la balena e, trasferitosi a Londra, cura per la BBC (l’ente radiotelevisivo britannico) una serie di trasmissioni propagandistiche rivolte all’India. Pubblica la raccolta di saggi Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese (1941) e, tra il 1942 e il 1943, collabora alle riviste Horizon, New Statesman and Nation e Poetry London.
In novembre abbandona la Home Guard e diviene direttore del settimanale di sinistra Tribune, che gli affida una rubrica, As I please (A modo mio). Inizia a scrivere La fattoria degli animali, che terminerà nel febbraio del 1944, ma che, per le chiare allusioni critiche allo stalinismo, molti editori si rifiuteranno di pubblicare (in quel periodo la Russia di Stalin era alleata del Regno Unito contro il nazifascismo. Nel giugno 1944, dopo molti tentativi di avere un figlio naturalmente, adotta un bambino con il nome di Richard Horatio Blair e nel febbraio dell’anno seguente si dimette da direttore del Tribune, dopodiché diviene corrispondente di guerra da Francia, Germania e Austria, per conto dell'”Observer”. Nello stesso anno (1945) muore la moglie Eileen, in seguito ad un intervento chirurgico, e Secker & Warburg gli pubblicano il suo primo romanzo di successo, La fattoria degli animali.
Dal novembre 1946 all’aprile dell’anno successivo riprende a scrivere per il Tribune e nel 1947 si stabilisce con il figlio a Jura, una fredda e disagiata isola delle isole Ebridi. È minato dalla tubercolosi e il clima non si confà alle sue disperate condizioni di salute, costringendolo a continui ricoveri in sanatorio. Due anni dopo si risposa con Sonia Bronwell, redattrice di Horizon, e si occupa della revisione della sua opera più celebre, 1984 (scritto nel 1948).
Orwell muore per il cedimento di un’arteria polmonare il 21 gennaio 1950, in un ospedale di Londra, a 46 anni.[5]
Le opere[modifica | modifica wikitesto]
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« Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza son la stessa cosa. » |
(1984) |
Orwell viene ricordato soprattutto per il contributo che diede alla letteratura distopica (il termine contrario all’utopia), di cui si servì nella sua lotta contro il totalitarismo. Dal punto di vista letterario egli si inserisce nel grande filone della letteratura satirica inglese, che si può far risalire a Jonathan Swift (in particolare I viaggi di Gulliver, ma anche il pamphlet Una modesta proposta). In realtà sono i saggi e gli articoli che – più di ogni altro suo scritto – costituiscono il contributo maggiore di questo aspro scrittore alla comprensione del suo (e del nostro) tempo, oltre che un alto esempio di esercizio della ragione e dello spirito critico, attraverso uno stile di esemplare chiarezza.
La sua scrittura, pur esprimendo concetti complessi, è chiara ed adotta parole ben comprensibili: Animal Farm (La fattoria degli animali) in particolare è stato più volte usato come lettura nei corsi di lingua inglese per stranieri. Esso è, sotto la parvenza di una favola per bambini, un’acuta parodia del comunismo centralista realizzato in Unione Sovietica: in una fattoria gli animali si ribellano ad un padrone umano crudele e dispotico ma la rivoluzione si trasforma in una nuova tirannia capeggiata dai maiali, corrotti e avidi di potere come gli uomini, e riassunta magistralmente dall’icastico motto: “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.
Orwell è un maestro che tramite le favole (La fattoria degli animali) ammonisce a non credere alle favole, che stimola a mantenere sempre alta la coscienza e lo spirito critico, a dubitare delle rivoluzioni pur ritenendole necessarie, a dubitare del nostro stesso pensiero, perché potrebbe essere condizionato dal linguaggio (la neolingua di 1984) costruito apposta per incarcerare la nostra mente. Ed è severo perché ci punisce subito, mostrando le devastazioni provocate dal sonno della ragione.
Opere[modifica | modifica wikitesto]
Romanzi[modifica | modifica wikitesto]
- Senza un soldo a Parigi e Londra (Down and Out in Paris and London, 1933)
- Giorni in Birmania (Burmese Days, 1934)
- La figlia del reverendo (A Clergyman’s Daughter, 1935)
- Fiorirà l’aspidistra (Keep the Aspidistra flying, 1936)
- La strada di Wigan Pier (The road to Wigan Pier, 1937)
- Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938)
- Una boccata d’aria (Coming Up For Air, 1939)
- La fattoria degli animali (Animal Farm, 1945)
- 1984 (Nineteen Eighty-Four, 1948)
- Una storia da fumoir (incompleto) (A Smoking-Room Story, 1949)
Saggi[modifica | modifica wikitesto]
- Un’impiccagione o Un impiccato (A Hanging, 1931)[6]
- L’uccisione dell’elefante o Uccidendo un elefante (Shooting an Elephant, 1936)[7]
- Ricordi di libreria (Bookshop memory, 1936)
- Gli inglesi (1936)
- Marrakech (Marrakech, 1939)
- In difesa del romanzo (In defence of the Novel, 1936)
- Charles Dickens (1939)[8]
- Appunti occasionali (Notes on the way, 1939)
- L’invasione marziana (recensione) (Mis-Observation, 1940)
- Il grande Dittatore di Charlie Chaplin (recensione) (1940)
- Le bugie settimanali per ragazzi (Boys’ Weeklies, marzo 1940)[9]
- Dentro la balena (Inside the Whale, 1940)
- I confini tra arte e propaganda (The Frontiers of Arts and Propaganda, 1941)
- Letteratura e Totalitarismo (Literature and Totalitarianism, 1941)
- Wells, Hitler and the World State (1941)[10]
- Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese (The Lion and the Unicorn: The Socialism and the English, 1941)
- L’arte di Donald McGill (The Art of Donald McGill, 1941)[11]
- Troppo severo con l’umanità. Intervista immaginaria a Jonathan Swift (Too Hard on Humanity. An imaginary Interview between George Orwell and Jonathan Swift, 1942)
- La letteratura e la sinistra (Literature and the Left, 1942)
- Looking Back on the Spanish War (1943)[12]
- Come mi pare (rubrica) o Come mi garba (As I Please, 1943-1947)
- Benefit of Clergy: some notes on Salvador Dali (1944)[13]
- Grandezza e decadenza del romanzo poliziesco inglese (Grandeur et décadence du romain policier anglais, 1944 — versione originale inglese persa)
- Quanto è lungo un racconto? (How long is a short story?, 1944)
- Arthur Koestler (1944)[14]
- Appunti sul nazionalismo (Notes on Nationalism, maggio 1945)
- La libertà di stampa (The Freedom of press, 1945)
- Notes on Nationalism (1945)[15]
- Solo roba vecchia… ma chi può resistere? (Just Junk – but who could resist it?, 1946)
- Come muoiono i poveri (How the Poor Die, 1946)[16]
- Una buona tazza di tè (A Nice Cup of Tea , 1946)
- La luna in fondo al pozzo (The Moon Under Water, 1946)
- Politics vs. Literature: An Examination of Gulliver’s Travels (1946)[17]
- Politics and the English Language (1946)[18]
- Second Thoughts on James Burnham (1946)[19]
- Quei bei delitti inglesi di una volta (Decline of the English Murder, 1946)[20]
- Riflessioni sul rospo (Some Thoughts on the Common Toad, 1946)[21]
- A Good Word for the Vicar of Bray (1946)[22]
- In Defence of P. G. Wodehouse (1946)[23]
- Perché scrivo (Why I Write, 1946)[24]
- The Prevention of Literature (1946)[25]
- E tali, tali erano le gioie o Giorni felici (Such, Such Were the Joys, 1946)[26]
- Lear, Tolstoi ed il Matto (Lear, Tolstoy and the Fool, 1947)[27]
- L’anima dell’uomo sotto il socialismo di Oscar Wilde (recensione) (The Soul of Man Under Socialism, 1948)
- Gli scrittori e il leviatano (Writers and Leviathan, 1948)
- Riflessioni su Gandhi (Reflections on Gandhi, gennaio 1949)[28]
Raccolte italiane[modifica | modifica wikitesto]
- Tra sdegno e passione, traduzione di Enzo Giachino, Rizzoli, 1977 (estratto da The collected essays, journalism and letters of George Orwell, a cura di Sonia Orwell e Jan Angus).
- Contiene: Giorni felici; Rimorsi Birmani (L’elefante fucilato; Un impiccato); Avventure tra i poveri (Il dormitorio, 1931; La raccolta del luppolo, agosto-ottobre 1931; Nel paese dei minatori, febbraio-marzo 1936; Ricordi di libreria, novembre 1936; Come muoiono i poveri, novembre 1946); Spagna (Parigi – Barcellona, autunno 1942 Sguardo retrospettivo sulla guerra spagnola); Vacanze inquiete (Marrakesh, primavera 1939); Ricognizioni (Perché mi iscrissi al partito laburista indipendente, giugno 1938; Democrazia nell’esercito inglese, settembre 1939; Negri esclusi, luglio 1939; Noterelle occasionali, aprile 1940; Mein Kampf di Hitler, marzo 1940; «Il nemico totalitario» di F. Borkenau, maggio 1940; La patria, autunno 1940; Perché ce l’ho con i pacifisti, luglio 1942); Il leone e l’unicorno, febbraio 1941; La guerra vinta e la pace perduta (La mia guerra, estratti da Partisan Review gennaio 1941 – estate 1946, Diari di guerra 28-5-1940 – 28-8-1941 e 14-3-1942 – 15-11-1942, Come mi garba, 3-12-1943 – 16-2-1945 e novembre 1946 – 4-8-1947; Chi sono i criminali di guerra?, ottobre 1943; Criminali di guerra, marzo 1944; L’antisemitismo in Inghilterra, febbraio 1945); Caratteri inglesi (L’Inghilterra a prima vista e Il punto di vista morale degli inglesi, maggio 1944; Le rose di Woolworth, 21-1-1944; Quando c’era un po’ di religione, 6-1-1945; Che uccello è il woodwele?, 28-3-1947; Elogio del rospo, 12-4-1946); Ultimi fogli (estratti dal diario e dalle lettere, aprile 1947 – maggio 1949).
- Nel ventre della balena e altri saggi, traduzione di Tiziana Barghigiani e Claudio Scappi, Sansoni, 1988.
- Contiene: Uccidendo un elefante; In difesa del romanzo; In miniera (Down the Mine, in The Road to Wigan Pier); Le bugie settimanali per ragazzi; Profezie del fascismo (Prophecies of Fascism, 12-7-1940); Nel ventre della balena; Chi sono i criminali di guerra?; Appunti sul nazionalismo; In difesa della cucina inglese (In Defence of English Cooking, 15-12-1945); Una buona tazza di tè; Lear, Tolstoi ed il Matto; Verso l’unità europea (Toward European Unity, luglio-agosto 1947); Riflessioni su Gandhi.
- Romanzi e saggi, Mondadori, I Meridiani, Milano, 2000.
- ROMANZI: Senza un soldo a Parigi e a Londra, traduzione di Isabella Leonetti; Omaggio alla Catalogna, traduzione di Riccardo Duranti; Una boccata d’aria, traduzione di Bruno Maffi; La fattoria degli animali. Una favola, traduzione di Guido Bulla; 1984, traduzione di Stefano Manferlotti; Una storia da fumoir 1 e 2, frammenti del romanzo mai scritto, traduzione di Guido Bulla.
- SAGGI (traduzioni di Guido Bulla):
- Racconti e saggi autobiografici: Un’impiccagione; L’uccisione dell’elefante; Ricordi di libreria; Marrakech; Come muoiono i poveri; Perché scrivo; E tali, tali erano le gioie.
- Scritti e divagazioni su arte e società: In difesa del romanzo; Appunti occasionali [2], L’invasione marziana; “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin; I confini fra arte e propaganda; Letteratura e totalitarismo; L’arte di Donald McGill; Troppo severo con l’umanità. Intervista immaginaria a Jonathan Swift; La letteratura e la sinistra; Come mi pare [9, 14, 15, 16, 67]; Grandezza e decadenza del romanzo poliziesco inglese; Quanto è lungo un racconto?; La libertà di stampa; Solo roba vecchia… ma chi può resistere?; Una buona tazza di tè; «La luna in fondo al pozzo»; Quei bei delitti inglesi di una volta; Riflessioni sul rospo; “L’anima dell’uomo sotto il socialismo” di Oscar Wilde; Gli scrittori e il leviatano.
- Interventi e testimonianze: “Assignment in utopia” di Eugene Lyons; “Mein Kampf” di Hitler; Appunti occasionali [1]; London letter alla «Partisan Review»; Il pacifismo e la guerra. Una discussione fra Derek Stanley Savage, George Woodcock, Alex Comfort e George Orwell; Dai diari di guerra; Chi sono i criminali di guerra?; Come mi pare [10, 22, 25, 37, 47, 51, 57, 66, 70]; Propaganda e linguaggio popolare; L’antisemitismo in Inghilterra; Noi e la bomba atomica; La vendetta è amara; L’almanacco del vecchio George di Orwell e la sua sfera di cristallo.
- Diari di guerra, a cura di Guyda Armstrong, traduzione di Alessandra Sora, Oscar Mondadori, Milano, 2007; collezione Oscar narrativa, 1962. ISBN 978-88-04-57093-6
- Contiene: Diari di guerra (tit. orig.: War-time diary), Il leone e l’unicorno (tit. orig.: The lion and the unicorn: socialism and the english genius), Lettere da Londra (London letters).
Prime edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]
- La fattoria degli animali, Milano, A. Mondadori, 1947.
- Giorni in Birmania, Milano, Longanesi, 1948.
- Omaggio alla Catalogna, Milano, A. Mondadori, 1948.
- 1984, Milano, A. Mondadori, 1950.
- La fattoria degli animali. Libera riduzione tutta illustrata dal celebre romanzo di George Orwell realizzata da Livio Apolloni, Roma, Mercurio, 1953.
- Fiorirà l’aspidistra, Milano, A. Mondadori, 1960.
- La strada di Wigan Pier, Milano, A. Mondadori, 1960.
- Una boccata d’aria, Milano, A. Mondadori, 1966.
- Senza un soldo a Parigi e a Londra, Milano, A. Mondadori, 1966.
- La figlia del reverendo, Milano, Garzanti, 1968.
- Giorni in Birmania, Milano, Longanesi, 1975.
- Tra sdegno e passione. Una scelta di saggi, articoli, lettere, Milano, Rizzoli, 1977.
- La strada di Wigan Pier, Milano, A. Mondadori, 1982.
- Nel ventre della balena e altri saggi, Firenze, Sansoni, 1988.
- Cronache di guerra, Milano, Leonardo, 1989.
- Romanzi, Milano, A. Mondadori, 1994.
- Romanzi e saggi, Milano, A. Mondadori, 2000.
- Ricordi della guerra di Spagna, Roma, Datanews, 2005.
- Gli anni dell’Observer. La raccolta inedita degli articoli e le recensioni, 1942-49, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2006.
- Diari di guerra, Milano, Oscar Mondadori, 2007.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]
- Guido Bulla, Il muro di vetro: Nineteen Eighty-Four e l’ultimo Orwell, Bulzoni, 1989
- Bernard Crick, George Orwell, Il Mulino, 1991
- Ugo Ronfani (a cura di), Orwell, i maiali e la libertà, Bevivino, 2004
- Simon Leys, Orwell o L’orrore della politica, Irradiazioni, 2007
- Christopher Hitchens, La vittoria di Orwell, Libri Scheiwiller, 2008
- Luciano Marrocu, Orwell. La solitudine di uno scrittore, Della Porta, 2009
- Antonio Manserra, La trilogia narrativa di George Orwell. Un’analisi di «A Clergyman’s Daughter», «Keep the Aspidistra Flying» e «Coming Up for Air», Franco Angeli, 2010
- Beatrice Battaglia, Orwell oggi Orwell, Liguori, 2013
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Ad esempio il saggio The Freedom of the Press di Orwell (La libertà di stampa), che doveva fare da prefazione ad Animal farm nell’edizione del 1945 e fu rimosso dall’editore, esprime serie critiche nei confronti della classe intellettuale. “Il servilismo con cui, a partire dal 1941, la maggioranza degli intellettuali inglesi ha ingollato e riproposto la propaganda russa sarebbe del tutto stupefacente, se una cosa simile non fosse già accaduta in molte altre occasioni.”
- ^ Politica, letteratura e letteratura politica, martemagazine.it. URL consultato il 23 agosto 2012.
- ^ George Orwell, 8, in The Road to Wigan Pier, Left Book Club, febbraio 1937, p. 1.
- ^ Diretto da Henri Barbusse. Niente a che vedere con l’omonimo quotidiano che sarà fondato da Hubert Beuve-Méry, nel 1944.
- ^ George Orwell, Author, 46, Dead. British Writer, Acclaimed for His ‘1984’ and ‘Animal Farm,’ is Victim of Tuberculosis. Two Novels Popular Here Distaste for Imperialism, New York Times, 22 gennaio 1950, Sunday.
- «London, 21 January 1950. George Orwell, noted British novelist, died of tuberculosis in a hospital here today at the age of 46.».
- ^ George Orwell: A Hanging – Language choice
- ^ George Orwell: Shooting an Elephant – Language choice
- ^ George Orwell: Charles Dickens – Language choice
- ^ George Orwell: Boys’ weeklies – Language choice
- ^ George Orwell: Wells, Hitler and the World State – Language choice
- ^ George Orwell: The Art of Donald McGill – Language choice
- ^ George Orwell – Looking Back On The Spanish War – Essay
- ^ George Orwell: Benefit of Clergy: Some Notes on Salvador Dali – Language choice
- ^ George Orwell: Arthur Koestler – Language choice
- ^ George Orwell: Notes on Nationalism – Language choice
- ^ George Orwell: How the Poor Die – Language choice
- ^ George Orwell: Politics vs. Literature – An examination of Gullivers travels – Language choice
- ^ George Orwell: Politics and the English Language – Language choice
- ^ George Orwell: Second Thoughts on James Burnham – Language choice
- ^ George Orwell: Decline of the English Murder – Language choice
- ^ George Orwell: Some Thoughts on the Common Toad – Language choice
- ^ George Orwell: A Good Word for the Vicar of Bray – Language choice
- ^ George Orwell: In Defence of P. G. Wodehouse – Language choice
- ^ George Orwell: Why I Write – Language choice
- ^ George Orwell: The Prevention of Literature – Language choice
- ^ George Orwell: Such, Such Were The Joys – Index page
- ^ George Orwell: Lear, Tolstoy and the Fool – Language choice
- ^ George Orwell: Reflections on Gandhi – Language choice