Droni per l’agricoltura nasce iniziativa pilota

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FOGGIA – I giovani «non si muovono», i progetti che vengono presentati alle banche sono spesso lacunosi e senza regime di copertura. Le banche allargano le braccia, sconsolate. Ma anche gli agricoltori hanno motivo di dolersene dell’atteggiamento giovanile: i ragazzi di oggi, infatti, preferiscono sostare in piazza piuttosto che guadagnare 40 euro al giorno in campagna, fanno 1200 euro al mese, stipendio “dignitoso” per i tempi. Ecco perchè nei campi l’80% delle assunzioni riguarda lavoratori extracomunitari. Due immagini di come va il mondo in Capitanata, tratteggiate ieri durante il convegno di presentazione di Atena (acronimo di Assistenza Territorio Natura), un’associazione espressione della società civile lucerina che si propone di «contagiare» con le sue idee «l’intera provincia».

«Monitoriamo il territorio – spiega Alberto Auricchio, il presidente – è la nostra priorità. Puntiamo sull’aggregazione delle imprese, in tutti i campi perché solo così possiamo affermare un modello di sviluppo che guardi lontano. Vogliamo formare consorzi di imprese e puntare sulla commercializzazione. I proventi di tali attività saranno reinvestiti». Atena nasce come un circolo del bridge, un’associazione che però fa circolare le idee e che ora proverà a intercettare l’aiuto di qualche sponsor. Serve però la scintilla per far divampare l’incendio, questa potrebbe essere il progetto che l’ing. Paolo Sensini, romano, porta avanti per la diffusione dei droni in moltissimi settori di applicazione, ma soprattutto in campagna.

«Oggi l’agricoltura si fa con il Gps – spiega – specie per i grandi appezzamenti. Noi vogliamo creare una società di servizi che permetta all’ag ricoltore di noleggiare il suo drone e utilizzarlo per il tempo che serve. Ma anche in edilizia vale lo stesso concetto: se voglio osservare cosa c’è sul tetto di un palazzo o della cattedrale, si possono montare i ponteggi oppure alzare in 10′ un drone, dotato di macchina fotografica, che fa esattamente la stessa cosa a costi notevolmente inferiori. Oggi i prezzi della tecnologia si stanno riducendo tantissimo, è il momento di approfittarne».

L’impiego della tecnologia incrocia i fondi strutturali 2014-2020, l’ultima occasione per risalire sul bus dello sviluppo, sottolineano i promotori di Atena. «Nel prossimo semestre avremo una pioggia di finanziamenti dall’Ue – spiega Dante Lemme (banca Carime) – noi finanziamo molte start-up, ma a Foggia i progetti più validi sono stati presentate da due imprenditori che producono birra per il mercato tedesco. Bisogna aver coraggio e lungimiranza, questo dovrebbero sapere oggi i giovani. Il mestiere delle banche è di prestare i soldi, non di trattenerli. I report che riceviamo ad ogni inizio di anno ci suggeriscono da cinque anni di puntare di più su settori come le nuove tecnologie e l’agroalimentare. Per la Capitanata che è praticamente un giacimento a cielo aperto di produzioni agroalimentari c’è solo l’imbarazzo della scelta, aspettiamo i progetti».